SENSI CASE
"La casa è sempre una SICUREZZA. Se di QUALITA' ancora meglio. Sceglila ADESSO"

venerdì 23 novembre 2012
lunedì 15 ottobre 2012
martedì 2 ottobre 2012
I SOLDI IN BANCA SONO SICURI? NO, ECCO PERCHE'
Sul Corriere della Sera è apparso un infelice editoriale a
firma di Alberto Alesina e Francesco Giavazzi. Addirittura ci si sono messi in
due per scrivere un articolo tanto banale quanto pieno di clamorosi errori.A scuola di economia entrambi, e subito!
La parte banale è la seconda metà. Finalmente si sono resi conto
che “il nostro modello sociale non è più sostenibile“. Just
scratching the surface, aren’t they? Stanno appena raschiando la superficie del
problema. Un giorno, benché sempre troppo tardi (alla faccia delle ferrovie
certa gente viaggia sempre con almeno cinque anni di ritardo), si renderanno
conto che non solo non è sostenibile ma è già fallito da diverso tempo.
Tuttavia il vero dramma cognitivo sta tutto nella prima parte
dell’articolo. In particolare esso è ben sintetizzato nel seguente paragrafo: “Serve una garanzia europea sui depositi bancari che dia ai
depositanti la certezza che i loro risparmi (almeno fino a un certo limite,
diciamo 100 mila euro) sono al sicuro“.
Depositanti? Quali depositanti? Il deposito bancario è un
contratto di prestito, non è un contratto di deposito! Colui che
viene definito depositante in realtà non è un depositante ma un mutuante, un
soggetto che ha prestato i propri soldi alla banca cedendone la proprietà in
cambio di una promessa SEMPRE (tanto a priori quanto a posteriori) impossibile
da mantenere: quella di riacquisirne la disponibilità a vista, cioé “a richiesta del “depositante” con l’osservanza del periodo di
preavviso stabilito dalle parti o dagli usi“!
Questo è il primo clamoroso errore. I due editorialisti del
corriere ci sono cascati ingenuamente unendosi alla pessima compagnia di tutti
coloro che nel corso degli ultimi secoli hanno legittimato l’aborto giuridico
del contratto di deposito bancario.
Secondo errore: le somme depositate, qualora fossero veramente
tali, non sarebbero rappresentative di risparmi, ma sarebbero parte di un unico
stock monetario, cioé riserva di valore per far fronte all’incertezza
ineluttabile del futuro. I risparmi sono infatti ben altra cosa, sono sempre
flusso non saldi di tesoreria (pp 317 e 318 del libro A Scuola di Economia).
Nel caso del finto deposito bancario, lo stock monetario viene
trasformato in una sorta di risparmio forzoso la cui sicurezza e le cui garanzie
risultano essere impossibili.
E’ impossibile dare sicurezza a
questa fattispecie di finto risparmio forzoso per (almeno) ben quattro motivi:
1) A causa della riserva frazionaria, la somma di denaro
“depositata” viene moltiplicata in una sorta di miracolo bancario dei pani e
dei pesci, per cui a valere pretesa di rivalsa sullo stesso saldo di tesoreria
sono in realtà almeno 10 diversi titolari anziché uno solo.
2) A causa della creazione di denaro dal nulla che la banca a
riserva frazionaria genera, esso viene investito male dal sistema bancario. Nel
ciclo di boom insostenibile così alimentato, i saldi di tesoreria vengono
malamente investiti risolvendosi di necessità in una crisi che in ultima
analisi finisce in buona parte con il distruggerli (niente altro che il ciclo
economico ben analizzato dalla Scuola Austriaca di Economia).
3) La gestione del numerario “depositato” viene effettuata con
carattere aleatorio sulla legge dei grandi numeri. La crisi costituisce sempre
il cigno nero che rende impossibile la garanzia sostanziale (leggi potere di
acquisto) del numerario.
4) Infine, in realtà non di moneta si tratta ma di valuta
irredimibile che dietro non ha alcunché se non la fiducia nelle capacità di
confisca futura da parte del monopolista territoriale della violenza. Tuttavia
in periodi di grandi crisi come questa le capacità di confisca calano
mostruosamente. Per quanto ci si possa sforzare nello spremerlo, un limone
oramai secco non produce più succo.
E’ penoso che ancora nel dodicesimo anno del terzo millennio dopo
Cristo si sguazzi in tutte queste tragiche confusioni economiche. E laddove gli
editorialisti ignorano del tutto, altri soggetti ben consapevoli continuano a
giustificare infelicemente il contratto di deposito bancario come frutto della
libertà contrattuale delle parti… di recare liberamente danno a terzi
(d’altronde chiunque è libero di stipulare un contratto con un ladro
professionista perché compia una rapina ad ignoti, vero?).
Bene, anzi, male: il danno a terzi lo abbiamo davanti ancora una
volta e che scatti la corsa allo sportello o meno, questi terzi ancora una
volta dovranno pagare il prezzo della propria stupidità e ignoranza. In barba
alla ridicola tutela costituzionale
del risparmio prevista dalla nostra costituzione. Perché
d’altronde come scrisse Greenspan nel
lontano 1966:
“In assenza di un sistema aureo è impossibile proteggere i risparmi
dalla confisca realizzata attraverso l’inflazione. In assenza di un gold
standard non esiste riserva di valore sicura“.
FONTE ORIGINALE: http://www.usemlab.com
venerdì 28 settembre 2012
mercoledì 26 settembre 2012
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